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Libri digitali a scuola: per tutti e insieme

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SchoolBookCamp a FosdinovoSono andato al SchoolBookcamp di Fosdinovo con l’aria di uno che sa poco dell’argomento e ha molto da imparare.

Ed è proprio così.

L’argomento era di sicuro interesse: la questione degli e-book o, meglio, del libri e/o ambienti digitali per la scuola. La mia unica esperienza sul campo è di avere provato, con diverse scuole, a parlare della cura della documentazione digitale a scuola, a partire dall’attenzione al linguaggio per finire alla costruzione di documenti (e pdf) per tutti, comprese le persone con disabilità. E’ su questi versanti che ho avuto la fortuna di incontrare persone che segnano il cammino: prima Livio e la sua preveggente opera formativa sul documento elettronico accessibile; poi Noa e la sua giovane casa editrice che guarda lontano. Un po’ poco per dire “conosco l’argomento”, ma sicuramente abbastanza per dire “ci vado”. E così ci sono andato.

Beh, sono stati 250 chilometri spesi bene!
Non avevo mai partecipato a un “barcamp” e l’esperienza mi ha affascinato. E non solo per la cornice ambientale, stupenda davvero.

Mi ha affascinato innanzi a tutto per le persone che c’erano. Mi ha affascinato la capacità di gestire il gruppo, tenendo salda un’idea e il desiderio di sondare i migliori pensieri sull’argomento, da parte di Mario Guaraldi: assolutamente perfetto.
Mi ha affascinato la puntuale organizzazione di Noa, tanto rispettosa del suo ruolo da far sentire la sua presenza senza invasioni di campo, ma fungendo da insostituibile collettore dispensatore di relazioni.

Grazie anche a Maurizio, Marco, Giorgio, Gianni, a tutti gli altri partecipanti, perché hanno contribuito a creare un clima che dava un senso di appartenenza a tutti, compreso me. Chissà che sia questa la chiave del futuro successo degli ambienti/libri digitali. Dare senso di appartenenza, favorendo la moltiplicazione degli itinerari didattici. La parcellizzazione dei contenuti, diceva qualcuno, come premessa per la costruzione/distribuzione reticolare dei saperi.

Non credo che possiamo dare forma precisa all’immagine futura di questi spazi. Probabilmente subiranno ancora mille e più adattamenti, legati alle disponibilità, alle sensibilità, all’evoluzione digitale o anche solo all’evoluzione della nostra capacità di collaborare e di stare/fare insieme.

al Castello Malaspina, strada facendoIntanto, però, penso sia importante partire, anche senza particolari velleità didattiche e senza patrocini che tentino di dare unità e univocità ai percorsi.
L’importante, secondo me, è partire avendo in mente, prima ancora di raffinate costruzioni didattiche (che troppo spesso hanno in mente lo studente che sa), lo studente così come è, così come lo incontriamo nelle nostre scuole. Ma non uno studente qualsiasi; uno studente – persona. Uno studente che, a prescindere dalle sue disabilità, possa finalmente dire anche lui: io ci sono e questo libro/ambiente è anche per me. 


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